


HOM(m)E
Nathalie Bruyère e Pierre Duffau, designer e architetto, hanno volutamente abbandonato gli standard europei e i principi convenzionali dell'architettura d'interni che privilegiano il contenitore rispetto al contenuto
che portano a una delimitazione degli spazi e a una predefinizione degli usi.
Come suggerisce il nome, HOM(m)E pone l'individuo al centro del progetto complessivo della casa. L'obiettivo è proporre una "cultura diversa" della domesticità, come descritto da Reyner Banham in The Architecture of the Well-Tempered Environment, basata su una riqualificazione dei servizi, in particolare della rete idrica, del gas e dell'elettricità. Queste condutture, solitamente nascoste alla vista, agiscono come una spina dorsale. Danno struttura all'appartamento, modellando la circolazione e la funzione di ogni stanza con un minimo di logica.
Communiqué de presse
Gli abitanti di HOM(m)E hanno la possibilità di metamorfosare a piacimento la configurazione del loro spazio privato, non solo in base alle loro esigenze ma anche ai loro desideri e stati d'animo. In questo modo, diventano i veri inventori della loro domesticità e, di conseguenza, della loro vita. In termini pratici, la progettazione dello spazio si basa sulla flessibilità e sulla manovrabilità degli elementi, che si "agganciano" letteralmente alla colonna vertebrale. Questo processo potrebbe essere paragonato a quello dei giochi di costruzione come il Meccano. Tutti gli elementi, presenti e futuri, fanno parte di questo stesso processo di innesto, siano essi mobili (ganci italici, lampade a sospensione, ecc.), attrezzature (elettrodomestici, ecc.) o elementi decorativi. Essendo il risultato di una produzione industrializzata che favorisce la flessibilità e la modularità, possono essere assemblati à la carte a seconda del momento e, inoltre, offrono una scelta tra una vasta gamma, o addirittura permettono di creare un arredamento su misura per il proprio ambiente.
Così facendo, HOM(m)E supera le ipotesi di abitazione modulare avanzate alla fine degli anni '60 per determinare un nuovo principio elementare. Questo principio non stabilisce istruzioni d'uso restrittive, né la spazializzazione definitiva delle funzioni, ma sottopone la casa a sviluppi futuri e tiene conto di variabili come i grandi cambiamenti della vita. HOM(m)E offre uno scenario diverso in cui lo spazio si trasforma in un luogo indeterminato, mutevole, incostante e soprattutto umano.
Alexandra Midal è una storica e teorica del design e dell'architettura. Laureata alla Sorbona (Parigi IV) e alla Scuola di Architettura dell'Università di Princeton, è stata direttrice del FRAC de Haute-Normandie. Attualmente è docente presso l'Università di Arte e Design di Ginevra.