


Che sia lo spazio costruito a identificarlo o l'oggetto a qualificarlo, il domestico è al centro di questioni politiche, economiche, industriali e sociali; ma anche al centro di preoccupazioni estetiche, formali e psicologiche, stili di vita, ecologia umana e strutture industriali. Queste sono le componenti invariabili di una politica dell'habitat e dell'oggetto in una cultura che non smette di costruire, ma anche di dimenticare. Lo spazio domestico, con la sua banalità ma anche con la sua eccezione, interroga il quotidiano codificando il nostro rapporto con il mondo, dalla casa dei genitori all'"ultima" casa.
Communiqué de presse
Se il designer prende in prestito dalla vita quotidiana, è perché c'è il seme di una riflessione globale in cui si articolano le domande sulla realtà, i suoi codici e i suoi simboli. Le questioni legate alla gestione delle risorse, l'alterazione delle relazioni umane provocata dai cambiamenti economici e la continua evoluzione della tecnologia ci obbligano a investire in nuove linee di ricerca, a proporre nuovi codici, a prevedere prospettive critiche legate a queste nuove situazioni per pensare a spazi e oggetti che possano rispondere alle preoccupazioni che stanno emergendo e a concepire territori innovativi di cui appropriarsi.
Capo di isdaT: Nathalie Bruyère
Coordinatore scientifico del LISST-cieu: Marie-Christine Jaillet, direttore di ricerca del CNRS
Con Fabrice Escaffre, ricercatore, insegnante.